L.A.Confidential by James Ellroy

L.A.Confidential by James Ellroy

autore:James Ellroy [Ellroy, James]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-05-25T12:00:00+00:00


39.

Ed si fermò un attimo all’angolo tra la Prima e Olive. Aveva preso la carabina di suo padre. Un’altra intuizione.

Sugar Ray Coates. – Roland Navarette sta a Bunker Hill. Nasconde i ricercati.

Una riflessione sottovoce, appena un bisbiglio. I microfoni non l’avevano raccolta, probabilmente non se ne ricordava neanche Coates. L’archivio, il fascicolo di Navarette, l’indirizzo: una casa d’appartamenti verso la metà di Olive, a circa un chilometro dalla prigione. Erano evasi all’alba: non potevano pensare di raggiungere Darktown senza farsi notare. Probabilmente erano armati.

Aveva paura. Come a Guadalcanal nel ’43.

Era fuori legge: non aveva riferito a nessuno della sua idea.

Ed arrivò a metà dell’isolato. Una casa vittoriana di legno: quattro piani, la vernice si stava scrostando. Salí di corsa i gradini sul davanti, controllò le cassette delle lettere: R. Navarette, 408.

In casa: il fucile nascosto sotto il soprabito. Un lungo corridoio, un ascensore con le porte di vetro, le scale. Su per le scale: non riusciva a sentire i suoi stessi passi. Il quarto piano: nessuno in vista. Il 408, via il soprabito. Aveva il pianto di Inez nelle orecchie. Diede un calcio alla porta.

Quattro uomini che mangiavano sandwich.

Jones e Navarette a un tavolo. Fontaine per terra. Sugar Coates vicino alla finestra: si stava pulendo i denti con uno stecchino.

Una voce strozzata, roca: – Siete in arresto –. Jones alzò le mani. Navarette alzò le mani. Fontaine incrociò le mani dietro la nuca. Sugar Ray disse: – Il gatto ti ha mangiato quella dannata lingua, sorellina?

Ed fece fuoco: una volta, due: Coates si piegò sulle ginocchia. Ricaricò, si appoggiò allo stipite, prese la mira. Fontaine e Navarette si alzarono in piedi urlando. Ed premette il grilletto, li falciò con una raffica. Ricaricò ancora, un’altra raffica. A vuoto: era venuta giú mezza parete.

Sangue. Sangue dappertutto. Ed si sentí vacillare. Si passò una mano sugli occhi. Vide Jones che correva verso l’ascensore.

Gli corse dietro: scivolò, inciampò, si rimise in piedi. Jones stava premendo disperatamente i pulsanti, pregava a gran voce, la faccia a un centimetro dal vetro: – Gesú, Gesú, ti prego –. Ed puntò il fucile e fece fuoco a bruciapelo due volte. Gli portò via la testa in un’esplosione di frammenti di vetro.

Si sentiva ben saldo sulle gambe, adesso. Tutt’attorno, una quantità di fottuti civili che non la smettevano di gridare.

Scese le scale di corsa, si trovò in mezzo a una folla di persone: agenti in divisa, uomini in borghese. Manate sulle spalle, voci che gridavano il suo nome. Qualcuno che gli diceva qualcosa: – Millard è morto. Un infarto in ufficio.



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